IL  SANTO

San Pietro da Verona, a cui è dedicata la chiesa, nacque da genitori eretici e manichei. A soli sette anni fu in grado di discernere gli insegnamenti della dottrina cattolica, distinguendoli da quelli del manicheismo familiare, con la proclamazione del Dio creatore del cielo e della terra e non soltanto delle cose invisibili.

Avviato agli studi di grammatica e di humanae litterae a Bologna prese a frequentare con assiduità la chiesa dei frati predicatori e, a sedici anni, fu vestito, dallo stesso San Domenico, con l'abito dei domenicani.

Ordinato sacerdote gli fu comandato dai Superiori che uscisse in campagna a debellare l'inferno a fugare dal mondo i vitj e a confondere l'heresia....

Il suo predicare era così pieno di grazia e di spirito che anche le più ampie chiese non potevano contenere il popolo accorso ad ascoltarlo in Romagna, Toscana e Lombardia. Ebbe anche il dono della profezia e le sue predizioni furono annoverate accanto ai suoi miracoli rivolti prevalentemente a guarigioni. 

La sua fama sempre più venerabile suscitò l'insofferenza del principe delle tenebre che armò contro quel campione di Cristo innumerevoli falangi  e, congiurando a suo danno, gli mosse una crudelissima guerra persino fra i suoi confratelli. Accusato da questi di accogliere nella sua cella delle donne di notte, che altre non erano che sante vergini e martiri venute dal cielo a favorirlo, fu mandato dal priore a Jesi, nella marca anconetana e, dopo che fu riconosciuto innocente, continuò a diffondere conversioni tramite prediche e dispute contro gli eretici sia nella marca anconetana che in Lombardia, tanto che papa Innocenzo IV  lo proclamò Inquisitore ufficiale della fede. Sicuramente in questo periodo predicò anche ad Ascoli.

Gli eretici decisero pertanto di farlo morire, assoldando assassini per pochi denari.

Quattordici giorni prima di morire, la domenica delle Palme, mentre predicava a Milano annunciò la sua prossima fine ma, rivolto ai suoi assassini, li ammonì che comunque avrebbe continuato a combatterli anche da morto.

Mentre si recava a Milano di notte, tra l'ottava di Pasqua dell'anno 1252, fu colpito in un agguato ma riuscì, prima di spirare, a scrivere con il proprio sangue su una pietra la professione della sua fede nel Signore del cielo e della terra.

Fu canonizzato a Perugia, da Papa Innocenzo IV, il 25 marzo 1253, soltanto un anno dopo la morte, e fu comandato alla cristianità di celebrarne la festa il 29 aprile.