SPAGHETTI

febbraio 2016

In fondo "Spaghetti" fu una vittima del bail-in

In un momento in cui il fallimento di alcune Banche sta portando alla disperazione migliaia di persone mi è tornata in mente la storia di "Spaghetti" la macchietta ascolana degli anni '30 del 900. Seguite questo breve racconto: "Spaghetti" ottimo sarto, nella prima giovinezza emigra a Parigi dove resta per lunghi anni. Tornato in Italia si ferma a Roma lavorando nelle migliori sartorie della capitale. In età ormai avanzata torna nella natia Ascoli e deposita i risparmi di una vita presso una locale Banca Popolare che, poco dopo tempo (siamo nel 1929), fallisce lasciandolo, senza un soldo, nella disperazione più profonda.

All'epoca non esisteva alcun tipo di protezione per chi aveva un deposito in banca. "Spaghetti" non chiede aiuto ad alcuno, ma prova odio contro tutto e tutti per la sorte avversa toccatagli. Si chiude in se stesso, trascurando progressivamente la sua persona: barba bianca arruffata; cespuglio di capelli incolti nascosti sotto un berretto con visiera calata sugli occhi; pastrano sdrucito ed un ombrello squinternato sotto il braccio. “Spaghetti” è un appassionato di pittura e con la sua cartella di disegni si aggira per le “rue” di Ascoli, portandosi dietro un barattolo di latta dove ripone, spesso, un osso di prosciutto; un barattolo più piccolo gli serve da bicchiere. A volte, costretto dalla fame, non rifiuta da vari concittadini qualcosa da mettere sotto i denti, ricambiando il generoso gesto con un suo dipinto realizzato su cartoni con le dita, in quanto non ha i soldi per acquistare tele e pennelli. "Spaghetti" muore in una rigida giornata d’inverno. Dopo uno scivolone sul ghiaccio rimane dolorante e febbricitante presso i muretti di “rrete a li mierghie”. E’ trasportato in ospedale sotto una bufera di neve.

Raccontano che il letto caldo e comodo della corsia non gli vada a genio. Avvezzo a dormire sulla terra umida se ne scende a riposare sul pavimento dove gli infermieri lo trovano, immobile come una statua, con la cartella delle sue pitture stretta sotto il braccio. E’ il 18 febbraio 1938.