SAN BIAGIO AD ASCOLI CON OSSERVAZIONI INEDITE DI GIULIO CANTALAMESSA

San Biagio ad Ascoli è famoso almeno per tre motivi: per la statua che sta nella cripta del Duomo e dove si recano i fedeli specialmente quelli che soffrono di mal di gola, per un famoso detto “San Biasce fa la carità a lu Ddome” e per le ciambelle di San Biagio con l’anice da inzuppare con il vino rosso ancora giovane. Fra pochi giorni (il 3 febbraio è San Biagio) si vedranno le bancarelle nei pressi del Duomo che le venderanno. Tutti questi motivi ci riportano ad una chiesetta che era posta a fianco del Battistero e che fu abbattuta nel 1886 . Nella chiesetta c’era la statua in terracotta del santo, opera del Paci.  Sembra che le offerte che i fedeli facevano a San Biagio poi venissero inglobate in quelle del Duomo. Da qui il detto sopra riportato che, in modo estensivo, indica che spesso una persona meno abbiente deve dare dei soldi ad uno ricco. Ma torniamo alla chiesetta che già compare nella pianta del Ferretti al n. 29. Vi riporto due inedite osservazioni di Giulio Cantalamessa, scritte nel luglio del 1918,: “Merita ricordo la chiesetta di San Biagio ch’era presso la Cattedrale demolita or sono pochi anni. C’erano affreschi pregevoli di Gaspare Gasparrini fatti dipingere dal Vescovo mons. Camajani, rappresentato nell’abside. Peccato !”. Ed ancora a proposito della statua del Santo “Da non molto tempo, cioè da quando fu demolita la chiesetta di S. Biagio, la statua settecentesca (è opera di Domenico Paci  ?...) che ora si trova nell’ala  meridionale della Cripta del Duomo, è quella che si vedea sull’altare della nominata chiesetta”. Una osservazione: mons. Pietro Camajani, vescovo di Ascoli dal1566 al 1579,  si fece ritrarre negli affreschi dell’abside della chiesetta di San Biagio e, analogamente, mons. Elia Antonio Alberani (vescovo di Ascoli dal 1860 al 1876) è effigiato nell’abside del Duomo

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