IL “POETA DI DIO”: GIULIO SALVADORI


Nel Duomo di Ascoli, appena si entra da Piazza Arringo immediatamente sulla destra, c’è la lapide riportata in foto.
Si fa riferimento al poeta Giulio Salvadori nato a Monte San Savino (AR) il 14 Settembre 1862 e morto a Roma il 7 Ottobre 1928. Giulio Salvadori è stato oltre che un poeta anche un critico letterario, un giornalista, un educatore, un docente sia di scuola superiore che universitaria, ma, al di sopra di tutto fu un uomo di fede tanto da meritarsi, dopo la morte, il titolo di “Servo di Dio”. Nel 1887 vestì l’abito del Terz’ordine Francescano e nel 1893 seguì la professione religiosa presso la congregazione dell’”Aracoeli” in Roma.
Sì, dite voi, ma che c’entra Ascoli ? C’entra e c’entra eccome. Nell’Ottobre del 1884 a22 anni appena compiuti e non ancora laureato, il Municipio di Ascoli lo nominò docente di Lettere presso il Liceo Classico “Francesco Stabili”. Il giovane docente, di età poco diversa dai suoi allievi, brillante nell’eloquio, elegantissimo, non solo riuscì di gradimento ai discenti, ma anche a qualche mamma. In particolare tra una donna bellissima, madre di tre figli ed il giovane docente scoccò una scintilla (anzi un fuoco), che minacciò di annullare il percorso di fede che il giovane stava intraprendendo.
La donna apparteneva ad una nota famiglia ascolana ed era sposata con un altrettanto noto e nobile signore. Il giorno di Venerdì Santo del 1885 il giovane docente riuscì a spegnere questo fuoco terreno e ricominciò a dedicarsi a Dio, offrendoGli nel Duomo di Ascoli “le primizie della sua nuova vita” (come ricorda la lapide). Comunque il tormento fu talmente forte che fino alla morte ricordò quel Venerdì Santo, che gli offrì l’opportunità del ritorno alla fede.
Ovviamente rifiutò l’incarico che il Comune di Ascoli gli offrì per l’anno scolastico successivo; terminò quindi gli studi universitari e prese incarichi presso i Licei romani e successivamente all’università La Sapienza di Roma ed infine all’Università Cattolica di Milano. Si presume che non sia tornato più ad Ascoli.
Il Vescovo Marcello Morgante pose la lapide nel 1988, unitamente al cardinale Giovanni Colombo, discepolo del Salvadori.