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                                                    AUGUST VON PLATEN E ASCOLI    

 

 

Alla fine del 1700 e l’inizio del 1800 molti uomini di cultura tedeschi vennero in Italia affascinati dall’ideale classico e scrissero opere letterarie che testimoniarono  le meraviglie che  il nostro paese aveva offerto loro. Famoso è il “Viaggio in Italia” scritto da Johann Wolfgang von Goethe che soggiornò in Italia dal 1786 al 1788. Meno noto è  il poeta August von Platen, di cui Goethe aveva intuito la grandezza, che a 28 anni, nel 1824, lasciò per sempre la Germania per venire in Italia dove morì a Siracusa nel 1835. Per confermare la grandezza di Von Platen basti ricordare che Giosuè Carducci tradusse alcune delle sue poesie: inserì tre sonetti nelle “Odi Barbare”, mentre una quarta poesia, la più nota, inserì in “Rime Nuove” ed è “La tomba nel Busento” (Das Grab im Busento) che narra la leggenda sulla sepoltura di Alarico, re dei Visigoti. Anche Thomas Mann  si basò in parte su Platen per la creazione del suo personaggio di Gustav von Aschenbach del romanzo La morte a Venezia. Il nome stesso del personaggio contiene vaghe allusioni a Platen: August riprende l'anagramma di Gustav, mentre Ansbach, il luogo di nascita di von Platen, richiama Aschenbach; il parallelo, tuttavia, è reso esplicito soprattutto dal fatto che anche il personaggio di Mann, come Platen, muore di colera in Italia, dove si è attardato per soddisfare i suoi desideri omosessuali. Nel viaggio tra la Germania e Siracusa Von Platen soggiornò ad Ascoli, e dedicò un sonetto alla nostra città; visitò Acquasanta dove fece il bagno nella meravigliosa piscina in grotta. Alla sua esplicita omosessualità fa anche riferimento un episodio, di cui ancora si sente parlare, accaduto proprio nella grotta-piscina.

Ho rintracciato Il  sonetto su Ascoli in siti tedeschi, con l’ausilio dei motori di ricerca,  lo propongo sia in tedesco sia in una traduzione fatta  con l’aiuto di una docente, prof.ssa Katia Di Felice e di un mio amico, ing. Mario D’Emidio, che ha provveduto, oltre a contattare la docente, anche a dare una forma poetica al componimento.

CXXII. (176.) Ascoli.

Tief in dem üppigen Tal, vom rauschenden Tronto bewässert,
Eichenbeschattet und doch reich an Oliven und Wein,
Liegst du, o Stadt, und geschmückt durch stattliche Werke der Baukunst
Bietest dem Auge du stets freundlichen Wechselgenuß,
Siehst Jahrtausende schon altrömische Brückengewölbe
Mächtigen Schwungs dastehn, hemmen der Bäche Gewalt.
                    (31. August 1829.)

 

Laggiù nella rigogliosa valle, dal mormoreggiante Tronto bagnata,

ombreggiata da querce ed eppur ricca di olive e vino,

sei distesa, o città, ed ornata da splendide architetture,

tu offri sempre all’occhio un amichevole mutevole diletto,

guardi già  da millenni le volte dei ponti romani

ferme e poderose linee resistenti alla forza dei fiumi.