MECO DEL SACCO, L’ASCENSIONE E LA COSTA AMALFITANA

Conosciamo quasi tutti la storia di Domenico Savi detto Meco del Sacco, vissuto pochi decenni dopo Cecco d’Ascoli. Meco aveva fondato una setta detta dei flagellanti o volgarmente detta dei “sacconi” per il particolare “abito” che indossavano i seguaci. Il luogo prescelto per le riunioni della setta era il monte dell’Ascensione, allora detto Monte Nero.  Quello che costò a Meco ben tre processi per eresia fu il fatto che durante queste riunioni o “funzioni” pseudo-religiose i partecipanti, uomini e donne, secondo quanto predicava Meco, potevano sbizzarrirsi nelle pratiche sessuali più sfrenate perché durante la “funzione” tutto era lecito. Era chiaro che questo tipo di funzione era molto seguita e che la conclusione era una grande “ammucchiata”. Sembra che Meco dall’altare incitasse al “criscimontò” (= cresca il mucchio). Per molto tempo si credette che Meco fosse stato vittima dell’Inquisizione e avesse fatto la fine del povero Cecco ma, nel 1980, l’ascolano avvocato Antonio De Santis pubblicò un libro in cui dimostrò che Meco non era stato bruciato vivo.  A questo punto vi chiederete: la “costa amalfitana” che c’entra ? Ebbene fino a qualche tempo anch’io avrei fatto questa stessa domanda. Ma una amica mi ha mostrato un libricino (vedi foto) scritto dal Sindaco di Furore, meraviglioso borgo sulla costiera amalfitana, in cui si parla di Meco del Sacco. Il Sindaco, Raffaele Ferraioli, sostiene che la località del suo comune, chiamata Meco, porta questo nome perché fondata dai seguaci di Meco rifugiatisi in quei luoghi per sfuggire agli inquisitori. Poiché Meco non fu bruciato vivo è probabile che anche lui sia stato in questi meravigliosi luoghi.

P.S. Furore è stata la sede, nel 1948, del film Amore (episodio -Il Miracolo-) diretto da Roberto Rossellini con Anna Magnani e Federico Fellini, in questo caso attore.