QUANDO L'ELETTROCARBONIUM ANDO' ALL'ASTA

 

 

Il trafiletto di giornale di fine 1948 riguarda la vendita della partecipazione azionaria tedesca nella Società Italiana dei Forni Elettrici e dell’Elettrocarbonium.  Le azioni appartenenti ai tedeschi erano state sottoposte a sequestro in applicazione delle leggi di guerra. Su un totale di 80.000 azioni quelle in mano ai tedeschi erano 60.368, cioè più del 75% che andavano all’asta.

Le azioni tedesche erano in mano alla SIEMENS PLANIA, che già dal 1928 aveva fatto il suo ingresso nella società, dando ad essa un notevole impulso.

Si aggiudicò l’asta una cordata capitanata dal comm. Giuseppe Azzaretto con i capitali della Monti&Martini e probabilmente con altri capitali provenienti dal Vaticano.

La Monti&Martini era una società nata nel 1908, che produceva materiale dielettrico e si faceva notare per la serietà con cui illustrava i propri prodotti nei QUADERNI DI TECNICA INDUSTRIALE .  

                                                                    

 

 

Il comm. Giuseppe Azzaretto, nato nel 1909 a Misilmeri (PA), fu assunto dalla Monti e Martini quando era ancora giovanissimo. Scalò tutte le posizioni aziendali fino a diventarne il controllore. Aveva sposato la nipote di un cardinale, si dice il cardinale penitenziere di Pio XII e, con questa duplice veste di capo di una azienda e di persona con notevoli entrature in Vaticano,  affrontò l’asta vincendola. Il comm. Azzaretto aveva così acquisito una società con due stabilimenti, uno a Narni ed uno ad Ascoli, una sede sociale con la direzione a Milano ed una sede di rappresentanza a Roma.

Nel 1949, nel primo Consiglio di Amministrazione della nuova società, venne cambiato il nome soltanto in  ELETTROCARBONIUM. Nel 1950 ricominciò la collaborazione con la SIEMENS PLANIA il partner tradizionale che le vicende belliche avevano allontanato e che rientra nella compagine azionaria.