CHIESA DI   SANT'AGOSTINO

(da "Ascoli Piceno città d'arte" di Antonio Rodilossi)  

  Fu eretta dai Frati Agostiniani; è l'ultima in ordine cronologico  ad essere stata iniziata ( dopo S. Francesco e S. Pietro Martire) tra le chiese gotiche ascolane e da queste differisce per aderire ancora al tipo delle chiese romaniche.

  Sorta nel sec. XII un stile romanico con pianta orientata, venne rifatta nel 1317 e portata a compimento nel 1381.

  Inizialmente fu eretta ad una sola navata con soffitto ligneo a capriate lasciate a vista. Ma i lavori che diedero al tempio la forma attuale furono iniziati intorno al 1481 e si protrassero oltre il 1485. Negli anni 1515-16 furono eseguiti i lavori per la costruzione delle volte a crociera in cotto, mentre gli ultimi quattro archi furono completati nel 1519.

  L'esterno interamente in travertino, denuncia chiaramente una fase dei moduli costruttivi propri dello stile romanico-gotico. La facciata fu probabilmente disegnata da Cola dell'Amatrice(1480-1550) ed eseguita negli anni 1532- 46; è di forma rettangolare, ripartita da quattro lesene con tre finestre rotonde e ha coronamento orizzontale. Al centro si apre il portale, adorno di due pilastri scannellati che reggono il timpano semicircolare ,da cui scendono lateralmente ricchi festoni con grappoli di foglie e frutta.

  Il fianco di sinistra, sul corso, presenta strette monofore trilobate entro archetti a pieno centro con lesene in funzione di contrafforti; è la parte della chiesa dove i caratteri distintivi del gotico dominano incontrastati. Nel centro si apre un portale dorico frontonato.       L'esterno è concluso da grande abside pentagonale, sormontata da campanile a vela costruita nel 1514.

  Sul fianco di destra, ora coperto dalla casa canonica ,si apriva un portale romanico ad arco tondo, decorato alla gotica.

  L'interno basilicale, mostra i caratteri schiettamente rinascimentali. E' a tre lunghe navate, di sei campate con archi a pieno centro e bordi ad ovoli, sostenuti da otto pilastri croceiformi: è un interno maestoso e solenne.

  Tra opere importanti e di notevole pregio che si trovano all'interno della chiesa, citiamo solamente l'altare di Lazzaro Giosafatti che fa da corona alla prestigiosa effigie della Madonna del latte  tempera su tavola a fondo dorato del secolo XIV. L'effigie è venerata sotto il titolo di Madonna della pace, perché verso la fine del quattrocento, secondo una pia tradizione, spinse alla riconciliazione due fazioni cittadine; liberò dal colera la città nel 1855. Anche nell'ultima guerra molti cittadini ricorsero alla sua intercessione.