La Sacra Spina

   La storia della reliquia della Sacra Corona di Spine inizia dalla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e si sviluppa attraverso i secoli e numerose traslazioni.

   E' opinione che la Santa Corona di Spine che trafisse il capo di Nostro Signore sia stata riposta insieme ai chiodi nel Sepolcro, come era in uso presso gli Ebrei che, con il cadavere, interravano tutto ciò che era servito a giustiziare il condannato. Dopo la Resurrezione quelle sacre reliquie, insieme alla Sindone, vennero raccolte dalle pie donne.

   La Spina che si venera nella nostra Chiesa è proprio una di quelle che formava la corona della Passione.

   C'è da chiedersi come sia finita ad Ascoli Piceno.  Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro per più di settecento anni e precisamente al 1290.

   In quell'anno il confessore del re di Francia Filippo IV, era un domenicano, Padre Francesco de Sarlis, che aveva contatti con i domenicani di Ascoli. Il confessore propose al re uno scambio di reliquie: un dente di San Domenico, che si conservava ad Ascoli, per una spina della corona di Gesù. Il re di Francia possedeva infatti tutta la corona di spine che era stata acquistata dal nonno, Luigi IX, dai Veneziani.

   La spina giunse ad Ascoli inserita in una piccola teca sorretta da un angelo in argento. Successivamente, all'inizio del   1400 l'angelo fu sistemato in un grande reliquiario; il piccolo  angelo (che si può vedere nell'immagine a fianco) è quasi sicuramente un'opera orafa francese del 1200, mentre tutto il resto è un'opera orafa di Nicola da Campli, mostra infatti tutti i caratteri dell'oreficeria abruzzese dell'inizio del 1400.